Tra mito e realtà
La calonectris diomedea (berta
maggiore), da sempre il simbolo delle Tremiti, è un uccello
acquatico marino che deve il suo nome alla somiglianza con gli
albatross (diomedeidi) pur essendo molto più piccola.
Una diomedea adulta può raggiungere i
50 cm di lunghezza per 600 grammi di peso, con un’apertura alare di
ben un metro.
Trascorre gran parte della propria vita
in mare aperto e torna sulla terraferma solo per nidificare, depone
un solo uovo una volta l’anno che covano entrambi i genitori
alternando la cova con la battuta di pesca. Anche durante
l’allevamento dei pulcini, gli adulti di diomedea percorrono ogni
giorno lunghissimi viaggi per cercare il cibo, coprendo anche la
distanza tra le Tremiti e la Croazia.
Sebbene è un
animale diffuso in tutto il mediterraneo, sceglie per la cova le
piccole isole, rendendo Le Tremiti una delle colonie di questi
eleganti volatili tra le più importanti in Italia
Il canto così simile al pianto di un
neonato ha ispirato leggende e poemi nei millenni di storia
dell’arcipelago.
La Leggenda di Diomede
Fu il
valoroso eroe dell’Iliade Diomede a creare, gettando dei ciottoli
in mare, le Isole Tremiti luogo in cui si ritirò con i suoi compagni
e trovò la morte. Venere
per compassione verso il dolore dei suoi seguaci li trasformò in
uccelli, le Diomedee,
perché facessero la guardia al sepolcro del loro re.
Ancora
oggi, continuano a piangere affranti la scomparsa del loro
condottiero, di notte, nei pressi della parete rocciosa che sovrasta
la
Grotta del Bue Marino è possibile ascoltare il loro canto.